Sabato 3 agosto 2019 alle ore 21.30 in Piazza Perfetti a Sarnano ultimo appuntamento della rassegna di teatro brillante amatoriale “Facciamoci quattro risate” con:
La cenerentola maritata
Monologo a più voci di Manlio Santarelli
Regia di Francesco Facciolli
Con Scilla Sticchi
Musiche da La Cenerentola di G.Rossini
Costumi e scene: Scilla Sticchi e Francesco Facciolli
Audio: Daniele Facciolli
Luci: Matteo Treno Magi
Quando?
Sabato 20 luglio 2019
ore 21.30
Dove?
Piazza Perfetti – Sarnano
Biglietti
Intero: 8 €
Ridotto: 5 €
Riduzioni: under 18, soci
Informazioni
ilcircolodipiazzaalta@gmail.com
+39 339 588 6927
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Note di regia
La favola di Cenerentola la conosciamo tutti… “ ‘O ballo, ‘a fata, ‘a carrozza, ‘a mezanotte, ‘a scarpetta e vissero tutti felici e contenti…“
Ma poi? Cosa succede alle principesse delle favole il giorno dopo, quando finisce la festa e comincia la quotidianità?
Manlio Santanelli prova a dare uno sguardo al giorno dopo, ad una “Cenerentola maritata” alle prese con il Principe che è diventato marito, con la Regina diventata suocera e con tutte le piccolezze e le grandezze del vivere quotidiano.
Cenerentola racconta la sua vita dopo il gran giorno, dopo che i riflettori della festa si sono spenti e tra queste luci spente nascono voci, fantasmi, rancori, vendette, fino a farle dire: “Ma puteve mai penzà ca me vaco a mmaretà cu nu Principe riale e passe nu guaio?”
Che guaio? Basterà farle un po’ di compagnia e starla ad ascoltare.
Francesco Facciolli
Nota dell’autore
In principio era la favola; e lo è ancora. Ma i tempi non sono più quelli di una volta, i profeti duemilenaristi ci terrorizzano con l’approssimarsi di Armageddon, la fine del mondo viene ipotizzata finanche dagli ottimisti – va da sé che i pessimisti ci contano da sempre, se non altro perché sarebbe la prova migliore del loro atteggiamento morale e umorale.
E così anche Cenerentola non sfugge al decesso del ‘lieto fine’. Maritata al suo bel Principe Azzurro, ben presto è costretta a verificare sulla sua pelle quanto nerume si nasconde dietro quell’azzurro. Ma è pur vero che ‘noblesse oblige’, e anche coloro che si battono contro il determinismo non possono non ammettere che una ‘cammarera’ resta pur sempre una ‘cammarera’. Ne consegue che questa storia è una sconsolata quanto buffa recriminazione sui bocconi amari ingoiati durante il matrimonio dalla povera ‘principessa consorte’, che la Famiglia Reale ha messo sotto torchio al fine di imporle una lunga e complessa serie di etichette; quelle aristocratiche maniere che lei, con il buon senso di cui l’ha dotata la sua umile estrazione, ha puntualmente ripugnato considerandole obsolete esteriorità, cineserie, se non proprio pagliacciate.
Ma il suo diniego di nobilitarsi l’ha penalizza a tal punto, che gli araldici parenti, vistisi nell’impossibilità di scozzonarla, l’hanno ricacciata negli ambienti destinati alla servitù.
Da questo sottosuolo della blasonata società, tra un’invettiva rivolta al proprio destino e un’altra alla Regina madre (prima responsabile del suo ‘apartheid’), Cenerentola prepara il suo letale riscatto, anche in nome dei protagonisti delle altre favole, che in misura più o meno simile non sono stati gratificati dal tradizionale “e vissero felici e contenti”.
Manlio Santanelli
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