Premio Letterario FuoriMano – Comune di Sarnano: finalisti e vincitori 2023
Domenica 15 ottobre 2023 a Sarnano si è svolta la serata conclusiva di FuoriMano Festival e la premiazione del Premio Fuorimano giunto ormai alla terza edizione.
Tra i 125 racconti gara, il comitato di lettura composto dai membri dell’APS Circolo di Piazza Alta che organizza il Festival, ha selezionato i cinque racconti finalisti: Ruggine di Ilaria Conti, Un equilibrio perfetto di Irene Natali, Oltrefiume di Livio Milanesio, Già Jack di Eric Delerue, Vita di confine di Carmine Madeo.
I finalisti, tre presenti a Sarnano e due collegati da remoto, hanno partecipato a un confronto sui propri lavori moderato dal prof. Gilberto Marconi.
La Giuria di Qualità, presieduta da Alessio Forgione e composta da Roberto Camurri, Gilberto Marconi, Maria Grazia Moroni e Graziano Gala, ha decretato il vincitore: Oltrefiume di Livio Milanesio.
La motivazione è stata espressa con le parole dal Presidente Forgione «È interessante l’assenza di riferimenti temporali, sembra raccontare un passato e un futuro cruento, qualcosa da cui si proviene e, al contempo, si tende. Quindi suscita domande perché lascia al lettore lo spazio necessario per investigare. È interessante anche il rapporto “dei quattro” della banda: un cameratismo senza amicizia votato a vandalizzare lo spazio di chi li esclude. Il vandalismo come forma di giustizia, soprattutto come unica forma di giustizia rimasta, è una realtà già presente tra noi.».
Il “Premio FuoriMano – Comune di Sarnano” è stato consegnato dal Sindaco di Sarnano Luca Piergentili che ha ringraziato partecipanti e organizzatori, rimarcando il valore culturale di questa iniziativa.
Il Premio Paul Meccanico destinato al miglior racconto di autore esordiente è stato assegnato a “Ruggine”
di Ilaria Conti: “Un racconto utile perché più che narrare una vicenda, descrive una circostanza o delle
condizioni, mai al singolare ma sempre declinate al plurale, sperse in un’indistinta massa. Dunque
trovo doveroso togliere i nomi ai personaggi e chiamarli per quella ch’è la loro funzione o
disfunzione sociale. È un simbolo ancora più forte se si considera che solo chi muore ha un nome.
Trovo giusto raccontare la realtà per quella ch’è, senza romanzarla.”
A consegnare il premio è stato Premio il Designer Paul Albert Dari, fondatore di Paul Meccanico.
Sono stati letti anche i commenti relativi agli altri tre racconti.
“Un equilibrio perfetto” di Irene Natali: “un testo ammutolito dal dolore che mostra e rivela. La vicenda è sconvolta dalla spiegazione degli stati d’animo che l’attraversano; e i sentimenti sono tanto dettagliati che istituiscono una coazione all’empatia.”
“Gia Jack” di Eric Delerue: “Sembra che il “magico” di Già Jack ricerchi la tenerezza di cui non possiamo più fare a meno, che tanto ci manca, e le cause della sua estinzione. Fornisce una spiegazione fin troppo “realistica”: la violenza dell’uomo ruba al mondo le cose belle e la salvezza stessa. E se arrivasse un nuovo Gesù Cristo, oggi, molto probabilmente finirebbe chiuso in un centro di permanenza temporaneo o morto di fame e di stenti.
Vita di confine di Carmine Madeo: “La “guerra”, in tutte le sue forme e accezioni, arriva a interrompere la vita, questa vita, il suo corso, e l’annienta. Anche se accade “altrove”, interrompe sempre e comunque questa vita a cui tutti partecipiamo. Quindi la guerra è la negazione della vita nel suo scorrere. Vita di confine ha il merito di raccontare la guerra e la violenza come un qualcosa che arriva. Anzi, che sta arrivando, e dunque come un qualche di ancor più evitabile, e strazia dapprima la quotidianità e poi tutto il resto.”